Il mio rapporto con la tela è sempre molto dinamico: a volte sento che il ritmo mentre dipingo è un po’ blando ed è lì che sento l’urgenza di arrivare a un punto a cui aggrapparmi.
In questi Attracchi di grande formato (150x180cm), la prima corda in basso a destra, con l’aiuto della spatola lavavetri che spesso uso per tracciare le corde e i fili, è uscita come punto di luce, che mi ha sorpreso e che detta il ritmo delle altre corde. Il palo più esterno di sinistra è quello che da più profondità e crea quella tensione tra il legno e la corda che lo rende un punto fermo a cui guardare.
Mi sto interrogando se gli attracchi hanno per forza bisogno di avere dei punti di appoggio, come le barche o il molo del porto, per far sentire ancora più fisicamente il senso di fortezza. A me sembra in ogni modo che i punti fermi non sempre ci possono stare vicini, e questo ci sprona a prendere il largo e non avere paura di affrontare il mare aperto.