Un criterio che mi do sempre per capire se il mio lavoro sta andando nella direzione giusta è quello di chiedere agli altri, non solo professionisti, ma anche persone che hanno un pensiero semplice, che mi aiuta molto nel capire se quello che faccio è un linguaggio accessibile a tutti. In questo dipinto ho raffigurato le luci del tramonto sul porto e ho cercato di usare colori il più possibili tenui e soprattutto di non usare troppa materia, se non nei punti giusti, come nelle parti delle architetture.
Mi sento pittore al 100% e mi piace molto quando cresco sul piano pittorico per raggiungere una maggiore profondità nell’opera. Nella vita di un artista non c’è solo la parte dell’atto creativo, che è fondamentale ma c’è anche la seconda parte, ovvero come rendere accessibile le proprie opere al pubblico.
In merito a questo tema, mi ha colpito molto un libro che sto iniziando a leggere di Andrea Concas , esperto nel sistema dell’arte che ha da dire tanto su questo tema e che trovo molto interessante:
<< Diventare un artista significa essere un “Professionista dell’arte”, e soprattutto nelle fasi iniziali, quando non si dispone di uno staff multidisciplinare, è necessario saper valorizzare la propria arte attraverso competenze gestionali, comunicative e promozionali. Viene sempre meno, nell’idealizzato immaginario collettivo, la figura dell’artista bohèmien, con la sua innata vocazione, bello e dannato e a cui tutto è concesso, vizi e trasgressioni inclusi. Sempre di più si richiede invece all’artista professionalità, puntualità, precisione, coerenza e concretezza a fronte di un mercato più esigente e con un’ampia offerta artistica. >>
Buon lunedì e buona giornata a tutti!